Siamo alla resa dei conti per il futuro di San Marino

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4 Aprile 2019

L'intervista di Andrea Lattanzi al Presidente OSLA Monica Bollini - sulla Serenissima del 3 aprile 2019 

 

Partiamo dalla spending review per la pubblica amministrazione, di cui si parla sempre più spesso. Pochi giorni fa il segretario agli Interni Zanotti ha annunciato che non ci saranno i tagli annunciati per i dipendenti pubblici ma che proporrà un allungamento dell’orario di lavoro. Cosa ne pensa?

“Osla da sempre sostiene e ha già rappresentato alle forze politiche e sociali la necessità di parificare l’orario di lavoro del dipendente pubblico a quello privato, uniformando lo stipendio pubblico a quello oggi percepito dai lavoratori del privato; credo che le forze sociali che rappresentano i lavoratori non possano avere contrarietà sul punto, dal momento che dovrebbero rappresentare allo stesso modo tutte le tipologie dei lavoratori, indipendentemente dalla tipologia del datore di lavoro. Questo passaggio consentirebbe di riorganizzare la pubblica amministrazione, migliorare i servizi e per gli esuberi adottare gli  accordi di solidarietà, così come ormai succede da tempo nel mondo privato per le aziende in crisi. Credo anche che nell’ambito di tale riorganizzazione si possa consentire ai lavoratori pubblici che non intendono svolgere l’orario a tempo pieno di richiedere il part-time con la conseguente riduzione dello stipendio sulla base delle ore effettivamente lavorate. Un obiettivo, quello della ottimizzazione della PA, che si potrà raggiungere solo con un maggior senso di responsabilità da parte di tutte le forze politiche e sindacali e con la consapevolezza che senza una riduzione sostanziale della spesa pubblica non si potrà mai rilanciare l’economia del Paese: per attrarre nuovo investitori ed insediamenti e per mantenere in territorio le aziende già esistenti attraverso il riconoscimento di incentivi, occorre poter contare sulle disponibilità finanziarie che oggi il bilancio pubblico non consente . Su questo tema abbiamo formalmente chiesto al Governo di riaprire il tavolo del confronto ma ad oggi non abbiamo avuto alcuna risposta e, questo, ci lascia alquanto perplessi dal momento che non si può parlare di rilancio economico, che non può prescindere dai conti pubblici, senza coinvolgere fattivamente le Associazioni datoriali nonché gli Ordini Professionali”.

L’altro tema di estrema attualità è la annunciata riforma delle pensioni. Qual è la posizione di Osla?
“Siamo convinti che la riforma sia una delle priorità da affrontare, ma la proposta presentata dal Governo non è condivisibile. Essa infatti grava principalmente sul costo del lavoro, sulle imprese e sui lavoratori autonomi in generale. Aumentare ulteriormente i costi per le aziende in un momento di recessione come questo sarebbe deleterio. Il costo del lavoro unitamente alla spesa pubblica rappresentano elementi alquanto negativi che allontanano potenziali investitori dal nostro Paese e inducono gli operatori esistenti ad una seria riflessione circa il permanere a San Marino, con tutte le conseguenze del caso”.

 

Sul caso targhe straniere la vostra associazione è in prima linea per chiedere al governo di intervenire. Ci sono novità in questo caso?

“E’ urgente una risoluzione in tempi brevi e anche questo rappresenta un ulteriore elemento negativo che genera incertezza e spinge l’investitore ad insediarsi altrove. Abbiamo avuto diverse segnalazioni dai nostri associati ma, ripeto, ciò che preoccupa è l’impossibilità di difendersi sul punto. La riteniamo una norma assurda per la Repubblica di San Marino, dal momento che i nostri operatori più di una volta al giorno si recano per lavoro in Italia, attraverso mezzi di proprietà di aziende sammarinesi; non è pensabile che si proceda al sequestro di un mezzo che trasporta merci solo perché condotto da un lavoratore frontaliere oppure contestazioni effettuate agli Amministratori che sono alla guida delle auto aziendali, pur esibendo tutta la documentazione che attesta il regolare possesso. La Segreteria per gli Affari Esteri ci ha recentemente incontrato, ha assicurato che  sta lavorando con intensità per risolvere la questione ma siamo consci che è l’Italia a dover modificare una sua norma”.

Restiamo in argomento auto parlando di viabilità. Perché su questo Osla è così attenta?

“Perché la risoluzione delle problematiche della viabilità del tratto Rimini – San Marino sono una priorità ormai non più procrastinabile, vista la situazione attuale. La celerità nei collegamenti è anch’essa elemento di sviluppo. Bisogna accelerare con l’Italia la definizione e la creazione dalle rotonde e, nell’idea di realizzare un servizio di trasporto adeguato con i tempi, ci si può collegare al progetto del metrò di costa della riviera di Rimini, realizzando una tratta da Rimini fino a San Marino Città. Allo stesso tempo Osla continua ad evidenziare che le potenzialità dell’Aeroporto Rimini – San Marino non sono state sfruttate appieno. Deve essere rilanciata la collaborazione e capire con quali modalità possiamo renderlo più utile per San Marino, valutando anche l’entrata nella gestione e sviluppando attività promozionali”.

 

Cosa pensa l'Osla dell'operato della coalizione di governo Adesso.sm e dell'opposizione?

“La nostra associazione più che a maggioranza e opposizione, intende rivolgersi alla classe politica tutta.

Al netto delle proposte specifiche c’è un tema che sosteniamo in continuazione: serve maggiore confronto e conseguentemente il recepimento delle istanze del mondo imprenditoriale.

La nostra è una delle maggiori Associazioni del Paese e rappresenta le piccole e medie imprese di tutti i settori economici; non si può quindi prescindere da un’effettiva considerazione sia del ruolo di Osla che rivendichiamo con forza con la valorizzazione delle nostre proposte ed idee che della potenzialità di crescita delle PMI”.

 

A proposito di crescita. Quali sono gli asset su cui puntare?

“Innanzitutto occorre stabilizzare e rilanciare il sistema bancario, perché senza della banche in grado di sostenere le imprese non ci sarà nessuno sviluppo.

Sul rilancio pesa in maniera preoccupante la questione NPL; su quanto proposto da ABS, che dovrà essere oggetto di un serio confronto, riteniamo che debbano essere necessariamente fornite alcune informazioni e garanzie per eventualmente credere nell’efficacia del progetto.

Altri aspetti su cui puntare per sviluppare la nostra economia possono essere la previsione di nuove residenze qualificate superando la rigidità legislativa oggi prevista; attrazione e incentivazione di investimenti mirati a creare nuovi esercizi commerciali, ristorativi e ricettivi di qualità; la creazione di distretti di servizi di qualità; incentivi per facilitare l’ampliamento e lo sviluppo delle imprese esistenti e la riqualificazione degli immobili già costruiti.

Commercio e Turismo, sono settori da rilanciare?

Senza alcun dubbio, fanno parete della vocazione naturale del nostro Paese e sono settori da rilanciare non con le parole, ma con i fatti. Serve un Piano di valorizzazione, misure per l’incentivazione dei consumi in collegamento ad un progetto di rilancio della Smac commerciale in condivisione con le Associazioni di categoria, creazione di una struttura che gestisca il Centro Storico a livello manageriale e organizzi e coordini le attività di promozione, marketing territoriale ed eventi, privatizzando alcune funzioni dell’Ufficio Turismo; se il Governo concorda con le nostre idee, OSLA è pronta a fare la sua parte.

Bisogna poi avviare la realizzazione di un Museo della storia e cultura sammarinese e/o dell’Area benessere, ma trattandosi di lavori pubblici o di pubblica utilità, vanno fatti in progetti concreti di “Project financing” condivisi con le categorie, che devono essere interpreti e divenire parti attive dello sviluppo economico del Paese”. Purtroppo oggi invece siamo tornati all’affidamento di progetti preliminari, annullando un percorso iniziato nel 2012 e allungando ulteriormente i tempi, con il rischio di non essere realizzati.

 

Finiamo parlando di tasse. Si parla di lotta più incisiva all’evasione fiscale e dell’introduzione dell’ IVA. Siete d’accordo?

Osla ritiene che la lotta all’evasione sia uno di quegli aspetti che consente di reperire risorse sottratte all’Erario e, quindi, non può che essere d’accordo in considerazione anche del fatto che l’evasione costituisce una forma di concorrenza sleale per coloro che invece operano nella legalità. Questo però non deve tradursi in una fiscalità opprimente e invasiva e soprattutto interpretativa della norma fiscale oggi vigente. L’imprenditore deve trovarsi ad operare nella certezza del diritto che rappresenta un altro punto cardine per rendere attrattivo un sistema paese. Purtroppo molto più spesso, ci troviamo di fronte a “circolari interpretative” che di fatto stravolgono il dettato legislativo, lasciando la porta aperta a pericolose interpretazioni vanificando l’effetto della norma medesima; questo purtroppo succede anche quando la norma in se è lacunosa e non definisce chiaramente la fattispecie. Soprattutto per quanto riguarda la norma fiscale, l’interpretazione è deleteria perché incide in maniera decisiva anche sulla stessa continuità aziendale.

L’introduzione di un regime fiscale semplificato per autonomi e ditte

 individuali entro certi parametri può portare ad un aumento della base imponibile incidendo positivamente altresì sul peso della burocrazia. Per quanto riguarda la riforma delle imposte indirette e l’introduzione dell’IVA, chiediamo da tempo dati e proiezioni, affinché si possa innanzitutto verificare l’effetto sul nostro sistema economico. Indubbiamente vi sono settori come quello manifatturiero e quello del commercio all’ingrosso  che ne  potrebbero beneficiare a livello di operatività, mentre altri come quello del commercio al dettaglio, servizi e consumatore finale che invece potrebbero essere penalizzati. Ripeto senza fare una seria analisi sui dati, non è pensabile alcuna valutazione in merito”.

 

Quindi come si esce dalle secche in cui si ritrova il Paese?

Senza il reperimento delle risorse non è pensabile invertire il trend negativo. Non serve a nulla avere un bel progetto di sviluppo senza avere i soldi per realizzarlo: rimane carta straccia e parole al vento, oppure promesse elettorali non mantenute.

Oggi siamo giunti alla resa dei conti e nessuna classe politica si può permettere di procrastinare le scelte da adottare, in primo luogo la riduzione della spesa pubblica.

Ci si deve chiedere non solo come si “esce dalle secche” ma soprattutto perché San Marino da tempo non rappresenta una piazza in cui investire e le risposte sono molteplici:

  • Un costo del lavoro troppo alto e non competitivo; una normativa sul mercato del lavoro rigida in cui lo stato interviene a gamba tesa nelle scelte aziendali imponendo addirittura il livello che si deve attribuire nelle assunzioni;
  • L’inerzia dei vari governi che si sono succeduti che, per la deleteria politica del consenso non sono voluti intervenire adeguatamente sulla spesa pubblica, riducendola in maniera sostanziale; cosa questa che ha impedito e impedisce tutt’ora la possibilità di reperire risorse per attrarre gli investitori e mantenere le aziende attuali, creando nuovo posti di lavoro;
  • Il ricorso ad imposte straordinarie e a balzelli vari per far fronte alla crisi di liquidità, ivi compreso l’anticipo delle imposte a carico degli operatori economici in fino al 90% in corso d’anno che, agli occhi di investitori internazionali, stanno a rappresentare un sistema paese in piena recessione e quindi un paese in cui non investire;
  • Un sistema bancario che per effetto dell’incidenza degli NPL non è in grado di sostenere l’economia reale; risoluzione che non può certamente avvenire cercando soluzioni tra le nostre quattro mura,  dal momento che è vitale ottenere iniezioni di liquidità dall’esterno;
  • L’incertezza del diritto ed il ricorso continuo alle interpretazioni legislative attraverso circolari e regolamenti che non consentono all’imprenditore di pianificare ed organizzare il futuro della propria azienda;
  • Una burocrazia divenuta insostenibile e per certi aspetti ridicola in quanto non funzionale nemmeno ai controlli che la PA deve effettuare, che crea un costo per le imprese e non rende competitivo San Marino;

Da tempo gli investitori, nello scegliere la piazza in cui fare impresa, non valutano più come positivo il solo differenziale fiscale, ma valutano tutti gli aspetti sopra indicati ed in particolare la salute del bilancio pubblico quale garanzia per la stabilità del sistema paese per il futuro. Solo quindi rimuovendo seriamente con volontà e concretezza i motivi che hanno portato San Marino nella situazione attuale, allora si, che potremo parlare di sviluppo.

 

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