OSLA – Organizzazione Sammarinese degli Imprenditori – ha letto con molto interesse lo studio “Dinamiche evolutive del sistema bancario sammarinese” pubblicato nei giorni scorsi sul sito della Banca Centrale di San Marino.
Il documento fa un’analisi piuttosto dettagliata della situazione odierna, basandosi sui dati degli ultimi 10 anni che dimostrano, se ancora ce ne fosse bisogno, il crollo subito in termini di raccolta complessiva, di patrimonio e di numero di istituti.
Una crisi violenta, che si è riverberata sulle aziende sane del Paese che da un lato sempre di più faticano a ricevere credito per i propri investimenti, dall’altro si trovano a dover sostenere costi e commissioni bancarie sempre più onerosi. Questo, insieme ai blocchi dei pagamenti di due banche negli ultimi due anni, ha generato un’ondata di sfiducia che a sua volta ha aggravato ulteriormente le difficoltà.
Le aziende sammarinesi finiscono così per essere legate ad un sistema bancario ingessato, problematico, che non permette lo sviluppo e che aumenta il rischio di rimanere sempre più indietro rispetto al resto del mondo. Questo mentre in Italia e in Europa è in corso una vera e propria rivoluzione del sistema dei pagamenti e dei servizi, che diventano sempre più innovativi, convenienti, concorrenziale e “smart”.
Occorre invertire al più presto la rotta. Siamo d’accordo con BCSM quando, sempre nel documento, indica lo sviluppo del risparmio gestito quale “settore preferibile da cui partire per il risanamento e la crescita del sistema finanziario del Paese”, anche “mediante ingresso nel territorio sammarinese di operatori qualificati esteri”. Questo è il punto centrare: dobbiamo capire che l’unico modo per salvare e rilanciare il settore è aprirci all’esterno.
Sul famoso Memorandum di Intesa con Banca d’Italia non occorre perdere altro tempo. Per il Paese e per il sistema economico è fondamentale, perché, insieme ad un accordo con la Banca Centrale Europea, che pensiamo e speriamo sia uno dei punti fondamentali dell’Accordo di Associazione con l’UE, permetterà di aprire il mercato finanziario e consentirà al sistema sammarinese la possibilità di instaurare partnership e accordi con importanti e strutturati gruppi bancari europei, capaci di conferire a San Marino esperienza, professionalità e appeal internazionale, per costruire così un percorso di crescita finanziaria e bancaria.
Del Memorandum però se ne parla tanto, ma ad oggi sembra più un miraggio: qual è la verità? A che punto siamo? Chi o cosa sta bloccando il tutto? E’ impellente avere chiarezza su questo aspetto fondamentale, unico modo per rilanciare l’economia sammarinese.